ITALIA - Contributi a fondo perduto e finanziamenti a tasso agevolato per mettersi in proprio

25.10.2012 16:46

Ti piacerebbe metterti in proprio ma

 

non disponi dei capitali necessari?

le banche non sono disposte ad aiutarti?

 

NON DISPERARE!

 

POTRESTI AVERE I REQUISITI PER ACCEDERE AI

 

CONTRIBUTI A FONDO PERDUTO

 

E AI

 

FINANZIAMENTI AGEVOLATI

 

PREVISTI DAL D.LGS. 185/00 O DA ALTRI INCENTIVI PUBBLICI

 

 

Se hai come sogno nel cassetto quello di avviare una attività tutta tua, da solo o in società con altre persone, se sei rimasto senza lavoro e ti stai guardando intorno alla ricerca di una possibile soluzione, allora leggi questo articolo, potrebbe risultarti molto utile.

 

Conosciamo tutti le difficoltà che in Italia devono essere affrontate e superate da chi intende avviare una attività in proprio, anche di piccole dimensioni, specie se non si dispone di adeguati capitali. Le banche senza garanzie concrete sono restie a scommettere su una idea di impresa, anche su quelle che presentano tutte le condizioni per avere successo. Scordatevi quindi di potervi presentare dal direttore di un istituto di credito con un business plan convincente per ottenere un prestito. La risposta sarà inevitabilmente: “si, molto interessante, ma che garanzie ha da offrirci...?”.

 

Il tuo sogno nel cassetto è così destinato a restare tale? Non è detto. Esistono alcuni incentivi pubblici, a volte poco conosciuti e quindi poco pubblicizzati dagli stessi commercialisti (a cui ci si rivolge normalmente per avere questo genere di informazioni), che permettono di avviare un'attività in proprio partendo praticamente da zero o quasi.

 

Tra questi spiccano gli incentivi previsti dal Titolo II del Decreto Legislativo 185/00. Precisiamo subito che non stiamo parlando di “miracoli”. Il denaro non viene erogato rapidamente. Il tutto va affrontato molto seriamente, con metodo e pazienza. Nondimeno, rispettando i requisiti e le indicazioni operative previsti da questa normativa, il raggiungimento del tuo obiettivo non sarà una chimera.

 

Procediamo con ordine.

 

La prima opportunità è rappresentata dalla Misura Lavoro Autonomo. Questo strumento permette di aprire esclusivamente una impresa individuale, adattandosi in special modo ad attività che necessitano di investimenti iniziali modesti. Per potere presentare la domanda occorre un requisito fondamentale: essere non occupati alla data di presentazione della domanda stessa. Quindi è sufficiente essere non occupati anche solo da un giorno. Occorre inoltre disporre dei c.d. requisiti morali: non avere subito condanne penali e non essere protestati alla data di presentazione della domanda (un precedente protesto poi sanato non rappresenta invece un problema).

Qualunque persona maggiorenne residente in Italia (anche un cittadino straniero) e in possesso dei requisiti elencati sopra può quindi presentare la domanda di agevolazione.

Nella domanda, da compilarsi utilizzando l'apposita modulistica, occorre in sostanza spiegare quale attività si intenderà avviare e indicare dettagliatamente gli investimenti e le spese di gestione previste per lo start up. Precisiamo che:

 

  • per “investimenti” si intendono qui gli arredi, i macchinari, gli impianti, le attrezzature, gli interventi di ristrutturazione e i beni immateriali (come il software e il sito internet)

  • per “spese di gestione” si intendono: l'affitto della sede operativa, le utenze, il materiale di consumo, i servizi necessari (ad esempio il costo del commericalista), le spese pubblicitarie, le materie prime.

 

La Misura Lavoro Autonomo permette di ottenere poco più di 25 mila Euro per gli investimenti e poco più di 5 mila Euro per le spese di gestione del primo anno di attività, per un totale quindi di circa 30 mila Euro. Un aspetto molto interessante è che tale somma di denaro viene concessa per metà a fondo perduto (vale a dire da non restituire) e per l'altra metà da restituire in 5 anni ma senza bisogno di garanzie e ad un tasso di interesse di poco superiore all'1% annuo! Con la Misura Lavoro Autonomo posso aprire qualsiasi tipologia di attività. Certo, come dicevamo prima non son tutte “rose e fiori”. Una volta inviata la domanda (attenzione, la Partita Iva potrà essere aperta solo dopo l'invio della domanda), occorre mettere in conto un'attesa di 5-6 mesi per essere chiamati a firmare il contratto di agevolazione. Dopo di che sarà possibile ottenere un anticipo pari al 40% della somma complessiva, mentre il saldo del restante 60% sarà erogato dopo la presentazione delle fatture attestanti l'avvenuta realizzazione delle spese previste. C'è da aggiungere che le fatture potranno in questa fase essere anche non quietanzate. La prova del pagamento sarà dovuta solo dopo aver ricevuto il saldo! E' invece meno positivo il fatto che saranno ammesse alle agevolazioni soltanto le spese fatturate e sostenute dopo l'approvazione della domanda. Da ciò ne deriva che non è possibile presentare la domanda e poi (avendone la possibilità) sostenere subito gli investimenti attendendo il rimborso da parte dello Stato dopo 6 mesi. Comunque, malgrado questi ultimi “antipatici” aspetti, complessivamente possiamo affermare che la Misura Lavoro Autonomo sia un formidabile strumento per aprire una piccola attività in proprio senza disporre di capitali!

 

Passiamo ora a descrivere una seconda opportunità offerta dal D.Lgs. 185/00, la Misura Microimpresa. Si tratta di un incentivo molto simile alla Misura Lavoro Autonomo sopra descritta, per cui qui ci limiteremo a metterne in evidenza le differenze, rimandando alla descrizione precedente per tutto il resto. La Misura Microimpresa agevola esclusivamente le nuove società in nome collettivo (Snc) o le nuove società in accomandita semplice (Sas). Per presentare la domanda la società deve risultare quindi già costituita formalmente (con l'atto notarile) ma non attiva (la dichiarazione di inizio attività può essere fatta solo dopo aver inviato al domanda).

 

Per quanto riguarda i requisiti occorre che almeno la metà dei soci detenenti almeno la metà delle quote siano non occupati alla data di costituzione della società. Inoltre i soci non occupati devono rappresentare legalmente la società. La Misura Microimpresa permette di ottenere complessivamente fino a 200 mila Euro, di cui al massimo 129 mila Euro per gli investimenti e il resto per le spese di gestione del primo anno. Il tutto erogato per metà a fondo perduto e per metà da restituire (senza bisogno di garanzie) in 7 anni. Dopo l'approvazione della domanda in questo caso verranno erogati due anticipi: uno pari al 20% degli investimenti previsti e uno pari al 30% delle spese di gestione previste.

 

Con la Misura Microimpresa è possibile aprire attività nei settori della produzione, dei servizi e della somministrazione (bar, ristoranti, gelaterie, pizzerie etc..). Non è invece possibile aprire attività nei settori del commercio (sia al dettaglio che all'ingrosso) o in agricoltura. Qualora per esercitare l'attività proposta siano necessari dei requisiti professionali e/o abilitanti, occorre che gli stessi siano già posseduti dal proponente (per l'impresa individuale) o da uno dei legali rappresentanti (per le società) alla data di invio della domanda. Il caso più tipico è quello dei bar, ristoranti e simili, in cui occorre essere in possesso dell'abilitazione alla somministrazione di alimenti e bevande (l'ex R.E.C., abolito da alcuni anni), oppure il caso dei centri estetici (qui occorre lo specifico diploma).

 

Entrambe le Misure sopra descritte non sono bandi soggetti a graduatoria. Questo significa in pratica che, rispettandone i requisiti, le condizioni e le tempistiche (e presentando un progetto di impresa che “stia in piedi”), vi è la ragionevole certezza di ottenere il denaro! La società che per conto dello Stato si occupa di istruire le domande si limita a compiere una verifica del possesso dei requisiti, una analisi della fattibilità del progetto di impresa e la corrispondenza tra i curricula dei proponenti e l'attività proposta. Facciamo qualche esempio concreto. Se sono in possesso della sola licenza di scuola media inferiore forse non è una buona idea presentare una domanda che ha per oggetto l'apertura di una società di società che offre servizi di consulenza avanzati. O ancora, se nel curriculum allegato alla domanda non si evince che ho dimestichezza con l'informatica, sarà meglio evitare di chiedere il contributo per l'apertura di una “software house” o di una società che si occupa di realizzare siti internet etc.. Tutto questo per dire che usare il buon senso è sempre una buona regola.

 

Il Titolo II del D.Lgs. 185/00 prevede una terza misura destinata a supportare l'apertura di attività in franchising. Anche in questo caso avremo la consueta quota a fondo perduto più quella soggetta a restituzione. Qui sono agevolabili (oltre alle consuete spese di investimento e di gestione) anche le spese caratteristiche di una affiliazione in franchising, come il fee di ingresso, le eventuali attività di formazione, i costi pubblicitari pagati al franchisor per la promozione comune del marchio.

 

Infine il D.Lgs. 185/00 disciplina nel suo Titolo I anche le modalità di concessione di incentivi ben più consistenti di quelli sopra descritti, fino a 2 milioni e mezzo di Euro, per l'avvio o il potenzionamento di società (in questo caso anche di capitali) detenute prevalentemente da giovani fino a 35 anni. Tali società possono operare in agricoltura, nel settore manifatturiero o in quello dei servizi alle imprese. Abbiamo anche qui l'erogazione del denaro in parte a fondo perduto e in parte soggetta a rimborso, ma con tre importanti precisazioni: la somma agevolata non copre il 100% delle spese ammesse ma solo una percentuale delle stesse, oscillante in funzione dell'ubicazione dell'impresa tra il 60% e il 90%; potranno essere presentate domande solo da quelle imprese aventi sede nelle c.d. aree depresse indicate dall'Unione Europea (attualmente grosso modo tutto il sud Italia e al centro/nord alcune aree a macchia di leopardo); perl ap arte soggetta a rimborso vengono richieste garanzie.

 

Chiudiamo questo articolo ricordando che, oltre agli incentivi nazionali previsti dal D.Lgs. 185, in molti casi è possibile anche accedere ai bandi e alle Leggi regionali e camerali che sostengono l'avvio di impresa Gli strumenti regionali però hanno il più delle volte carattere saltuario, nel senso che prevedono “finestre temporali” di presentazione delle domande. Inoltre sono soggetti a continue modifiche. Per questi motivi sarebbe sostanzialmente inutile elencarli nel dettaglio in questo articolo.

 

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